12/02/16

Innocenti Evasioni: bello tornare

Recensione ristorante


Dopo 12 anni ho fatto ritorno nel ristorante celebre quanto apparentemente segreto "Innocenti Evasioni" di Milano.
Avevo dimenticato la sua ubicazione e riscoprirla mi ha fatto fare questa considerazione: quando si lavora bene non serve essere "in vista", farsi notare semplicemente con il proprio lavoro è decisamente meritevole.
Anche il locale in sé era stato idealizzato nella mia mente (forse a vent'anni non si notano cose che a trenta sono più evidenti!): l'arredo è un po' fanè, la mise en place normalissima, le finiture del locale approssimative ma... ma...ma...
quando parli con la responsabile di sala, già dall'ingresso capisci che sei nel posto giusto, capisci che la serata sarà all'altezza delle aspettative.
Non so se capita anche a voi ma in locali come questi c'è sempre il rischio che la professionalità, talvolta ostentata, del maitre ti metta a disagio, ti faccia sentire sotto esame, preoccuparti di come riponi le posate sul piatto al termine della degustazione.
Alle Innocenti Evasioni no. La professionalità fa rima con cordialità. Qui le persone ti guardano negli occhi, cercano di capire le tue esigenze e le tue emozioni senza essere ruffiani.


E non vi ho ancora raccontato cos'ho assaggiato.

Ho provato la degustazione di "MEZZE" che non c'entrano nulla con le portate libanesi ma è un modo per definire un percorso di sei mezze portate. Grande idea per noi dilettanti disabituati alle grandi abbuffate.

Ecco qui le portate con le mie considerazioni:
Sashimi di salmone mozzarella di bufala, spugnoso al mandarino, miele al rosmarino
Per chi mi conosce è il mio piatto...quindi non sarei oggettiva: buonissimo!

Marshmallow di reblochon, soffio croccante di verza, torlo d’uovo e maionese di porcini secchi 
Una sorpresa per un piatto che ha nobilitato la verza, fatto apprezzare i funghi che non amo e reso insolito il formaggio (anche se la definizione di marshmallows pensavo andasse oltre la forma e si riferisse anche alla consistenza...)

Riso carnaroli Acquerello topinambour e pepe nero, centrifugato di foglie di sedano e ostrica
Gradevole ma arrivo dall'ostrica con crema di rapanelli di Villa Crespi e non ho il palato ben disposto ad altro ;)

Pastrami di anatra (avrebbe dovuto essere uno scottadito di wagyu) agrodolce di rapa rossa, mela granny smith e senape al cacao  
Peccato non aver assaggiato il piatto originale perché così come servito a noi è risultato poco equilibrato e sovrastato dal sapore della senape

Filetto maiale fico secco alla mandorla, purea di cavolfiore alla zest di arancia e coriandolo 
Un trionfo, ottimo tutto: il filetto morbidissimo, la purea che ha raffinato il cavolfiore con l'arancia, i fichi farciti con la mandorla e insomma...vale il biglietto!

Gelato al torrone salsa di frutti d i bosco, whisky e croccante al pan di spezie
Delizioso e ho amato la "terra" sul fondo



Alla degustazione è stato aggiunto per cominciare un amuse bouche di maialino con agro di pere (e spero di ricordarmi correttamente il piatto) e per finire una pannacotta e della piccola pasticceria.
Ho apprezzato tanto il primo, meno la pannacotta dato che si avvicinava alla consistenza del dessert. E ovviamente sempre gradevoli i macaron, i tartufini e i minicanestrelli da sbocconcellare chiacchierando davanti ad un ottimo caffè.

Abbiamo annaffiato l'esperienza gastronomica con una Falanghina al quale sono stati aggiunti (offerti) un calice di Recioto e uno di Torcolato per il dessert.

Complimenti agli chef Eros Picco e Tommaso Arrigoni per lo stile dei piatti e la nobilitazione di materie prime purtroppo spesso bistrattate o considerate povere.

Poca innocenza in queste evasioni e tanto godimento!



Nessun commento: