20/07/16

Il fusion a Milano è stellato

Finalmente anche il fusion mi ha conquistata! Lontano dai manierismi sterili, dalla volontà di stupire ad ogni costo e ben distante dagli abbinamenti azzardati si colloca IYO.

Siamo a Milano in via Piero della Francesca e nella penombra del locale che mescola appassionati di cucina e modaioli e che confonde starlette e VIP raggiungo il mio tavolo accompagnata da mio marito (in occasione del suo compleanno). L'ambiente è originale, con tanti effetti ottici: pareti di vetro, specchi alternati a nero e oro ingrandiscono, donano un piacevole sensazione di lusso senza eccessi ma a tratti mi ha generato un po' di labirintite (mio padre in un posto così non potrà mai entrare!)




Tavolo senza tovaglia, bacchette e candela cubica bianca. Stop. Mise en place poco fusion e molto minimal.


Pochi secondo dopo il nostro arrivo ci viene subito chiesto quale tipo di acqua preferissimo e con grande teatralità sono state messe al nostro servizio due salviette calde: due piccole pastigliette bianche adagiate su un vassoietto e irrorate dal cameriere con una piccola brocca di acqua calda. Piacevole.

La scelta del vino e dei piatti da degustare è stata accompagnata da un percorso di tre amuse bouche
interessanti:


Una sfoglia caramellata, una mini mini baguette al nero di seppia con tartare di salmone e una cialda croccantissima con una delicata maionese (non odiatemi, è passato troppo tempo e non ricordo maggiori dettagli...).

Scegliamo di accompagnare la serata con un Cremant che in Francia frequentiamo spesso e che è stato bello ritrovare a Milano:


Poi arriva la nostra prima ordinazione ed è stata una standing ovation quasi commovente: foglia salmastra per preparare le papille a ricevere il sapore delle due ostriche avvolte in veli di gelatina di alga e stese su una granita di daycon. Immediatamente il piatto ha preso il posto in un cassetto della memoria che custodirò gelosamente insieme a pochi altri piatti che hanno segnato la mia vita gastronomica (un giorno magari ci faccio un post su questi!)



Proseguiamo assaggiando tutto ciò che dalla carta del menù si allontanava maggiormente dal classico sushi per giustificare la scelta di un fusion di questo livello.

Arrivano i gungan: per me zucchina scottata con tartare di gambero, tobiko e maionese: per mio marito ricciola, scampo, avocado, tobiko, maionese e salsa piccante. Incredibili: precisione, gusti netti, consistenze decise e gusto celestiale.

    

Aggiungiamo al percorso di antipasti due scampi marinati al passion fruit: buonissimi e presentati bene ma senza picchi di originalità.


Segue una mia grande passione (come forse sapete ;) ) i temaki! Io scelgo di farcirlo con salmone, tobiko, erba cipollina, salsa piccante e maionese. Mio marito decide di assaggiarlo con tempura di gambero, tobiko e salsa teriaki. Molto buoni anche se forse mi sarei aspettata una scelta maggiore con qualche scelta un po' più coraggiosa, senza limitarti ad una fattura impeccabile.



Arriviamo ai piatti principali. YOME ROLL per me: fiore di zucca in tempura farcito con gamberi e inserito in un roll foterato di tonno scottato marinato in salsa di soia. Mai mangiato uramaki paragonabili! E' stato un viaggio polisensoriale tra i cibi che adoro di più, come se il mio olimpo gastronomico fosse stato concentrato in 5 cm cubici di goduria pura. Se questo non bastasse, ho avuto il privilegio di accompagnare ogni boccone con una soave maionese al wasabi che ancora oggi sto cercando di replicare a casa!


LOBSTER ROLL per mio marito: lussuoso rotolino panato nel tobiko e farcito con aragosta e avocado, irrorato da salsa kebayaki (normalmente utilizzata per la marinatura dell'anguilla)


Dato il mio scarso interesse per i dolci, la mia forte curiosità verso il nuovo e la voglia di prolungare il piacere della cena, chiamiamo il cameriere e ci facciamo dire che cosa ordinerebbe ancora lui. La sua faccia sveglia mi lasciava tranquilla di fronte a questo azzardo: non abbiamo sbagliato!

Arrivano in sequenza i gamberi rossi di Mazara del Vallo con maionese allo yuzu


e un altro capolavoro di arte contemporanea: ventresca di tonno scottata con fois gras al mirin con salsa sansho (il pepe di Sechuan), tutto in forma di nigiri.


E mentre penso: "voglio tornare, voglio tornare, voglio tornare" dalla cucina arriva una sopresina per mio marito perché ricordano che è il suo compleanno: una sfera dalla doppia consistenza croccante e spumosa/sabbiosa al cioccolato bianco realizzata con zucchero e un "aereo" pan di spagna.



IL MIO LITZOMETRO OGGI FA UN'ECCEZIONE E ARRIVA A 10