A differenza degli altri dolcetti cult dell'ultimo decennio, l'eclair somiglia molto a qualcosa che sulle tavole degli italiani c'è già: sto parlando del bignè.
Il nuovo dessert delle meraviglie infatti basa la sua struttura sulla pasta choux, esattamente come i bignè, ma nella versione francese la forma viene allungata, cotta, farcita e, ca va sans dire, iper decorata, impacchettata, laccata, infiocchettata come solo i nostri cugini d'oltralpe sanno fare...e vendere!
La paternità di tale dolce è da riconoscere a Marie-Antoine Careme, il quale nei primi dell'Ottocento elaborò la ricetta, ma fu solo qualche decennio più tardi che si definì la preparazione "eclair": dal francese lampo, stava a significare proprio la velocità con cui si poteva degustare.
Ho visto eclair farciti e guarniti con ogni genere di sapore ma il classico resta quello farcito di crema e laccato con glassa al cioccolato. Le grandi pasticcerie si stanno sbizzarrendo per elevare l'estetica del dolce-lampo ai livelli dei trend che lo hanno preceduto, estro e creatività come sempre non mancano ed ecco ad esempio Fauchon che cosa propone:
Personalmente adoro i trend, soprattutto in ambito gastronomico, quindi cavalcherò volentieri l'onda voluttuosa di pasta choux e crema proponendo ai miei clienti di inserire nei buffet dei ricevimenti anche i goduriosissimi elcair.
Tuttavia vi avverto: se mi volete regalare qualche minuto di elegante gioia palatale, l'indirizzo è sempre via Spadari, 6 Milano!
La mia valutazione resta in macaron...ecco quindi 7 macaron del mio "Litzometro":
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