Nella bella e centralissima cornice del Palazzo Giureconsulti sono state organizzate due giornate di incontri, la prima dedicata agli aspetti scientifici che legano la nostra salute al cibo e la seconda invece riservata al marketing dell'alimentazione.
Ciò che mi è "rimasto" delle tesi dei relatori del primo giorno (dott. Andrea Pezzana dell'ospedale Bosco di Torino e il prof. Maurizio Fadda della Citta della Salute e della Scienza di Torino) sono alcuni concetti legati alle origini, e agli aspetti sociali e salutari del cibo:
- La nuova era dell' ANTROPOCENE = ovvero la nuova era geologica in cui viviamo che per la prima volta dalla formazione della mondo determina la creazione di una stratificazione terrestre completamente generata dall'uomo. Come tale essa è composta dai nostri rifiuti, in primis le plastiche che entrano inevitabilmente nei cicli produttivi dei vegetali che vengono via via sempre più contaminati.
- La triste constatazione che le popolazioni delle zone degradate hanno un'altissima concentrazione di obesità e diabete, dovuta alla diffusa ignoranza cavalcata dalle grandi industrie alimentari. In generale ci sono più obesi che malnutriti!
- L'incredibile correlazione tra la piramide alimentare consigliata dall'OMS e la sostenibilità della produzione degli alimenti (gli alimenti da consumare in quantità maggiore sono più sostenibili di quelli da fruire più raramente)
- L'origine della nostra attrazione verso i cibi grassi e dolci, che deriverebbe dalla nostra atavica ricerca di cibi più nutrienti e potenzialmente meno pericolosi per sopravvivere. Oggi in realtà i cibi che fanno meglio al nostro organismo sono proprio i loro opposti, l'amaro e l'acido!
- L'aspettativa di vita è aumentata ma l'aspettativa di vita sana si è abbassata: viviamo di più ma ci ammaliamo di malattie croniche prima. Per colmare questo gap incide in parte la genetica, in parte l'ambiente ma soprattutto l'alimentazione.
- E' un dato di fatto che la restrizione calorica accresca l'aspettativa di vita (anche le religioni più antiche lo avevano compreso e predicato con i digiuni).
- Siamo un sistema complesso, isolare i principi nutritivi non porta necessariamente la loro assimilazione: la conseguenza è che gli integratori alimentari sono quasi totalmente inutili.
Giustissima è stata la considerazione di Stefania Moroni (Il luogo di Aimo e Nadia) che ha fatto presente che i concetti espressi dovrebbero essere divulgati soprattutto tra chi il cibo lo dispensa quotidianamente come i cuochi di ospedali e scuole.
Il secondo giorno di convegno apre con il botto: un Oscar Farinetti in grande forma che senza neppure un appunto ha snocciolato dati e cifre su biodiversità e dati export da capogiro. Il fondatore di Eataly ha riassunto in 4 punti i primati italiani che stiamo drammaticamente dimenticando perdendo occasioni cruciali:
1. Siamo universalmente riconosciuti come il paese più bello del mondo
2. Siamo il paese che al mondo ha il maggior numero di biodiversità
3. La domanda mondiale di cibo di qualità si rivolge alla cucina italiana
4. Abbiamo la cucina più salutare al mondo
Malgrado tutto ciò esportiamo metà dei nostri cugini francesi a causa della distribuzione disorganizzata o del tutto assente.
Le soluzioni sono da cercare nei nostri primati, valorizzando sempre i nostri prodotti all'estero e coltivando solo eccellenze delle nostre biodiversità.
Il problema più grande è che siamo "biodiversi nella testa" quindi non riusciamo a fare network per far fronte coeso all'esterno...
Pietro Leemann ha poi parlato della cucina di cui è ormai il massimo esponente: la cucina vegetariana, interpretando la sua stretta correlazione tra cibo e ambiente.
Allo chef va senz'altro il merito di inventare piatti vegetariani veramente innovativi
A seguire le considerazioni di alcuni tra i massimi esponenti della cucina attuale ( Ezio Santin, Aimo e Nadia Moroni, Viviana Varese e Tomaz Kavcic) che tra innovazione e tradizione considerano comunque la loro cucina come un break dall'alimentazione quotidiana, una pausa di piacere, che per definizione deve appagare completamente.
I lavori si sono conclusi con la degustazione di un ottimo Amarone firmato Allegrini e tra saluti e sorrisi gli scenari presentati restano ancora molto poco rosei. Di strada ce n'è ancora da fare!
Al convegno ho avuto l'onore di ricevere un bacio da un ospite stellare... Gualtiero Marchesi
Ho ritrovato amiche giornaliste come Cristina Viggè e un amico fotografo (Paolo Picciotto che firma questi ultimi 3 scatti)
e ho fatto nuovi incontri che spero facciano nascere future collaborazioni: Mario Cucci (direttore di Mediavalue e responsabile della comunicazione dell'associazione Le Soste) e (anche se non ho la sua foto purtroppo) Susanna Amerigo di "Non so cucinare ma" .
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