Tuttavia quel tuffo allo stomaco istantaneo che proviamo quando pensiamo a ciò che dobbiamo fare è ciò che determinerà veramente l'andamento della nostra giornata.
Le stesse azioni e gli stessi impegni infatti possono avere esiti e ripercussioni diametralmente opposti se li affrontiamo con gioia, con tristezza con rabbia o con amore.
Sono fermamente convinta che la parte emotiva del nostro cervello sia quella che realmente conta, quella che decide come andranno le cose, anche al di là delle regole e delle convenzioni.
Del resto anche il recente film Disney INSIDE OUT, ce lo ha mostrato e fatto capire: l'aspetto emotivo con tutte le sue sfumature è ciò che ci rende come siamo.
In particolare il film sottolinea quanto sia bello quando al comando c'è Gioia, ma se non ci fosse anche Tristezza la prima non sarebbe nulla o meglio perderebbe il suo fascino. Daremmo per scontata la sensazione di felicità ed euforia. Anche i momenti di tristezza infatti hanno la loro funzione, ci fanno riflettere, diventiamo più introversi e introspettivi al tempo stesso. E' un piccolo prezzo da pagare per godersi il ritorno alla gioia. Anche la rabbia ha il suo valore, ci aiuta a difenderci e a proteggerci ma dobbiamo tenerla a bada perché il rischio è di prevaricare sugli altri. Ecco forse che la rabbia è l'aspetto emotivo che nel film viene un po' messo da parte e meno approfondito perché sicuramente difficile da comprendere per un pubblico verosimilmente di bambini.
Certo è che la rabbia e il rischio di usurpare gli altri è insito nella nostra natura Homo homini lupus scriveva Hobbes riprendendo Plauto, letteralmente l'uomo è lupo per l'uomo, ovvero ciascuno è istintivamente aggressivo nei confronti degli altri. Il filosofo addirittura teorizzava di come le leggi furono create proprio per paura, perché ciascuno in fondo teme gli altri. Leggi, norme, regolamenti fino ad arrivare alle religioni, ragionando da questo punto di vista sembra proprio che il timore di noi stessi sia veramente forte. Le emozioni fanno paura.
A questo punto penso ad un altro film che ha estremizzato il concetto arrivando a immaginare uno stato di apatia entro cui vivere "tranquillamente". Si tratta de "Il mondo di Jonas - THE GIVER" . Nella società del futuro descritta dal regista Phillip Noyce le persone vivono in un regime totalitario che ha abolito le emozioni e imposto regole ferree per proteggere gli uomini proprio dalle proprie pulsioni negative che generavano solo guerre e tragedie. Per il bene della società quindi il regime ha preferito rinunciare anche agli aspetti positivi dell'emotività dell'uomo creando un mondo artificiale "in bianco e nero". Per mantenere questo equilibrio gli abitanti di questo fantascientifico futuro sono costretti a fare un'iniezione ogni mattina prima di uscire di casa, proprio per tenere a bada gli ormoni.
Quindi niente amore e niente rabbia, niente gioia e niente tristezza, niente euforia e niente dolore: una piattissima vita sintetica. Il prezzo da pagare per abolire le crudeltà del mondo è altissimo e il protagonista non ci sta: riuscirà a far tornare i colori, in un momento emozionantissimo del film che riassume"il mondo reale" in un montaggio di immagini emblematiche. Ho pianto tanto davanti a questo e vi regalo un pezzettino di emozione dandovi il link anche se temo che il momento decontestualizzato non renda giustizia al film. Quindi se non avete visto il film non aprite il link e per chi ha già visto The Giver un piccolo souvenir di emozione.
Dopo tutte le considerazioni e i ragionamenti...anche se talvolta pagata a caro prezzo: viva la felicità!
Il voto di oggi ai film che ho citato è:
Nessun commento:
Posta un commento